Nel Santuario dell'Amore Misericordioso, dove l'acqua di Madre Speranza continua a operare miracoli, una coppia ha scoperto che la grazia più grande arriva quando si smette di cercarla.
Questa è la storia di Anna e Marco, e di come hanno trovato molto più di quello che cercavano.
"Ci siamo sposati giovani, pieni di sogni,"
racconta Anna, 38 anni, insegnante di scuola primaria.
"Marco aveva 28 anni, io 26. Pensavamo che avere figli sarebbe stata la cosa più naturale del mondo."
Marco, ingegnere di 40 anni, aggiunge con un sorriso malinconico:
"I primi due anni non ci preoccupavamo troppo.
Poi è iniziata la lunga strada delle visite specialistiche."
La diagnosi fu vaga: infertilità idiopatica.
"È frustrante quando i medici non trovano una causa precisa,"
spiega Anna.
"Non hai nemmeno un nemico concreto contro cui combattere."
Iniziò così un percorso che avrebbe messo alla prova non solo la loro pazienza, ma anche il loro matrimonio.
"Abbiamo tentato ogni strada possibile,"
racconta Marco.
"Cure ormonali, inseminazioni artificiali, due tentativi di fecondazione in vitro. Ogni fallimento era come un lutto da elaborare."
Le spese si accumulavano, insieme alle delusioni.
"Avevamo un calendario pieno di appuntamenti medici,"
ricorda Anna. "La nostra intimità si era trasformata in una serie di procedure cliniche. Stavamo perdendo la gioia di stare insieme."
Le pressioni sociali non aiutavano.
"Le feste di famiglia erano diventate un supplizio,"
confida Anna.
"Vedere i nostri nipoti correre ovunque, le domande imbarazzate dei parenti, i consigli non richiesti... ogni Natale era più difficile del precedente."
Marco rivela:
"Ho visto mia moglie inventare scuse per non andare ai battesimi o alle feste di compleanno dei bambini.
Il dolore era troppo grande."
Fu la zia Teresa, una donna di profonda fede, a parlare loro di Collevalenza.
"Non ci propose l'ennesima cura miracolosa,"
ricorda Anna.
"Ci disse semplicemente: 'Andate a trovare la pace. Ne avete bisogno.'"
All'inizio erano scettici.
"Avevamo già provato tutto,"
dice Marco.
"Ma c'era qualcosa nelle parole della zia, nella sua serenità quando parlava di Madre Speranza, che ci ha toccato il cuore."
Il primo impatto con Collevalenza fu sorprendente.
"Appena varcata la soglia del Santuario,"
racconta Anna,
"ho sentito qualcosa di diverso.
Non era come gli ospedali che avevamo frequentato per anni.
C'era una pace che non saprei descrivere."
Le suore li accolsero con una delicatezza particolare.
"Sembrava che capissero esattamente cosa stavamo passando, senza bisogno di spiegazioni,"
ricorda Marco.
La preparazione all'immersione nelle piscine fu un momento di profonda spiritualità. "Non ci hanno promesso miracoli,"
sottolinea Anna.
"Ci hanno aiutato a prepararci spiritualmente, a vedere la nostra situazione con occhi nuovi."
"Durante l'immersione,"
continua Anna con voce commossa,
"ho pianto tutte le lacrime che avevo trattenuto per anni.
Non pregavo per avere un bambino.
Per la prima volta, pregavo per accettare la volontà di Dio, qualunque essa fosse."
Marco aggiunge:
"È stato come se un peso enorme si sollevasse dalle nostre spalle.
Per la prima volta in dieci anni, abbiamo sentito che la nostra vita poteva essere piena anche senza figli."
Nei giorni successivi al pellegrinaggio, qualcosa era cambiato.
"Abbiamo ricominciato a ridere insieme,"
dice Marco.
"A fare progetti che non ruotavano attorno alle cure per la fertilità.
Era come se avessimo ritrovato noi stessi."
Anna conferma:
"Avevamo deciso di smettere con i trattamenti.
Non per rassegnazione, ma per accettazione.
Volevamo vivere pienamente la vita che Dio ci aveva dato."
Tre mesi dopo il pellegrinaggio, la sorpresa che non attendevano più.
"Il test era positivo,"
dice Anna con gli occhi lucidi.
"All'inizio non ci credevo. L'ho rifatto tre volte."
"La gravidanza è stata perfetta,"
aggiunge Marco.
"I medici non sapevano spiegare come fosse possibile, dopo tutti quegli anni di tentativi falliti."
La loro bambina è nata l'8 febbraio, proprio nella festa di Madre Speranza.
"Non potevamo chiamarla altro che Speranza,"
sorride Anna.
"Ogni volta che la guardo, penso a tutte le lacrime versate nelle piscine di Collevalenza, e a come Dio le abbia trasformate in gioia."
Oggi Anna e Marco tornano regolarmente a Collevalenza, accompagnando altre coppie che vivono lo stesso dolore.
"Non promettiamo miracoli,"
precisano.
"Raccontiamo solo che quando si trova la pace nel cuore, tutto diventa possibile."
"La cosa più importante che abbiamo imparato,"
riflette Anna,
"è che l'Amore Misericordioso opera in modi misteriosi.
A volte il miracolo più grande non è ottenere ciò che desideriamo, ma trovare la pace nell'accettazione."
La loro storia ricorda le parole di Madre Speranza:
"L'acqua è solo un segno visibile dell'Amore Misericordioso. Il vero miracolo è l'incontro con l'Amore che trasforma ogni dolore in grazia."
Nel Santuario, dove l'impossibile diventa possibile, la tua storia di dolore può trasformarsi in testimonianza di grazia.
[Vieni con noi a Collevalenza]
Potrai sperimentare lo stesso abbraccio che hanno sentito Marco e Anna.