Il Jeans e l'Aureola: Carlo Acutis, il santo in scarpe da ginnastica ad Assisi

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Annalisa Bianco

Aggiornato Ottobre 16, 2024
5 minuti
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Ti portiamo alla scoperta di questo giovane beato che sta per raggiungere un traguardo importante nella storia della Chiesa Cattolica: la canonizzazione.

Like, Share, Santità: La storia virale del primo santo dell'era digitale

Carlo Acutis nacque a Londra il 3 maggio 1991, dove i suoi genitori si trovavano per motivi di lavoro, ma crebbe a Milano.

Fin da piccolo, Carlo dimostrò una straordinaria propensione per la fede e la spiritualità, unita a una vivace intelligenza e a un carattere allegro e socievole.

Cresciuto in una famiglia benestante ma non particolarmente religiosa, Carlo sviluppò autonomamente un profondo amore per Dio e per la Chiesa.

Frequentò la scuola elementare e media presso le suore Marcelline, e successivamente il liceo classico presso l'Istituto Leone XIII dei padri gesuiti a Milano.

Carlo era un ragazzo del suo tempo, appassionato di computer e tecnologia.

Imparò da autodidatta a programmare e a creare siti web, competenze che mise al servizio della sua fede.

A soli 14 anni, creò una mostra virtuale sui miracoli eucaristici che fu esposta in tutti e cinque i continenti.

La vita di Carlo era intrisa di fede in ogni suo aspetto. Partecipava quotidianamente alla Messa e praticava l'Adorazione Eucaristica.

Il suo amore per l'Eucaristia era tale da definirla la sua "autostrada per il Cielo".

Carlo recitava quotidianamente il Rosario e si confessava settimanalmente.

La vita di Carlo Acutis fu segnata da una prova straordinaria negli ultimi mesi della sua breve esistenza terrena.

La sua risposta alla malattia è stata un'ulteriore testimonianza della sua profonda fede e del suo amore per Cristo.

La diagnosi: leucemia promielocitica acuta M3

Nell'estate del 2006, Carlo fu colpito da una forma di leucemia fulminante, precisamente una leucemia promielocitica acuta M3.

La diagnosi giunse improvvisa e inaspettata, sconvolgendo la vita del quindicenne e della sua famiglia.

Nonostante lo shock iniziale, Carlo accolse la notizia della sua malattia con una serenità sorprendente.

Ai suoi genitori disse: "Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso".

Questa frase rivela la profondità della sua fede e la sua completa fiducia nel piano divino.

Durante il breve periodo della sua malattia, Carlo dimostrò un coraggio straordinario.

Non si lamentava dei dolori o dei disagi causati dalle terapie, ma cercava di mantenere il suo solito sorriso per confortare chi gli stava vicino.

Il personale medico e infermieristico dell'ospedale rimase colpito dalla sua serenità e dalla sua forza d'animo.

Anche durante il ricovero in ospedale, Carlo continuò a nutrire la sua devozione per l'Eucaristia.

Quando le sue condizioni lo permettevano, chiedeva di poter ricevere la Comunione.

L'Eucaristia era per lui fonte di conforto e di forza spirituale in quei momenti difficili.

Negli ultimi giorni della sua vita, Carlo era consapevole che la fine si stava avvicinando.

Tuttavia, invece di essere sopraffatto dalla paura, sembrava quasi impaziente di incontrare il Signore.

Ai suoi genitori disse: "Sono contento di morire perché ho vissuto la mia vita senza sprecare neanche un minuto di essa in cose che non piacciono a Dio".

Carlo morì il 12 ottobre 2006, a soli 15 anni.

Prima di spirare, espresse il desiderio di essere sepolto ad Assisi, la città di San Francesco che tanto amava.

La sua morte non fu vista come una sconfitta, ma come il compimento del suo cammino verso Dio.

La malattia di Carlo, seppur breve e intensa, divenne un potente strumento di testimonianza.

Il modo in cui affrontò la sofferenza e la morte ha toccato profondamente non solo la sua famiglia e gli amici, ma anche molte persone che hanno conosciuto la sua storia successivamente.

L'esperienza di Carlo ci offre una profonda riflessione sul significato della sofferenza nella vita cristiana.

Egli ha dimostrato che anche nelle circostanze più difficili, è possibile trovare un senso e uno scopo più alto. La sua accettazione della malattia non era rassegnazione passiva, ma un atto di fede attiva e di amore verso Dio e verso il prossimo.

La storia di Carlo Acutis ci ricorda che la santità non consiste nell'essere esenti dalle prove della vita, ma nel modo in cui le affrontiamo.

La sua breve, ma intensa battaglia contro la leucemia è diventata un esempio luminoso di come la fede possa trasformare anche le esperienze più dolorose in occasioni di grazia e di testimonianza.

Cosa ci insegna San Carlo Acutis?

L'impatto di Carlo sulla Chiesa e sui giovani di tutto il mondo è stato profondo e duraturo. Ecco alcuni degli aspetti più significativi della sua eredità spirituale:

1. L'Eucaristia come centro della vita

Carlo poneva l'Eucaristia al centro della sua esistenza. Diceva spesso: "L'Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo". Questa profonda devozione lo portava a partecipare quotidianamente alla Messa e a trascorrere tempo in Adorazione Eucaristica.

2. L'uso della tecnologia per evangelizzare

Carlo ha dimostrato come la tecnologia possa essere un potente strumento di evangelizzazione. Il suo sito web sui miracoli eucaristici è ancora oggi una risorsa preziosa per molti credenti e curiosi in tutto il mondo.

3. La santità nella vita quotidiana

La vita di Carlo dimostra che la santità è possibile anche nella vita di tutti i giorni, anche per i giovani del XXI secolo.

La sua normalità, unita a una fede straordinaria, lo rende un modello accessibile e ispirante per i giovani di oggi.

4. L'attenzione agli ultimi

Nonostante provenisse da una famiglia agiata, Carlo era molto attento ai bisogni dei poveri e degli emarginati.

Usava i suoi risparmi per aiutare i senzatetto e si preoccupava sempre di includere i compagni di classe che venivano emarginati.

5. La gioia come testimonianza di fede

Carlo era noto per il suo sorriso contagioso e il suo senso dell'umorismo.

La sua vita dimostra che la santità non è sinonimo di tristezza, ma di una gioia profonda che deriva dall'unione con Dio.

I miracoli attributi a San Carlo Acutis

La Chiesa ha riconosciuto ufficialmente un miracolo attribuito all'intercessione di Carlo Acutis, che ha portato alla sua beatificazione.

Il miracolo di Mattheus

Nel 2013, a Campo Grande (Brasile), un bambino di nome Mattheus soffriva di una rara malformazione congenita del pancreas chiamata anello pancreatico. La condizione era così grave che i medici ritenevano impossibile un intervento chirurgico.

La famiglia di Mattheus, venuta a conoscenza di Carlo Acutis, iniziò a pregare per la sua intercessione.

Il parroco della loro chiesa espose una reliquia di Carlo e tutta la comunità si unì in preghiera.

Miracolosamente, Mattheus guarì completamente, senza alcun intervento medico.

Questo evento, dopo un attento esame da parte della Congregazione delle Cause dei Santi, è stato riconosciuto come un miracolo attribuibile all'intercessione di Carlo Acutis.

Il secondo per la canonizzazione già studiato e già validato sarà raccontato a breve.

Ti sentiamo vicino, Carlo, ti guardiamo con simpatia sapendo che sei in Cielo, da lì, intercedi per noi, abbiamo bisogno del tuo aiuto, anche se sei giovane, ma sei un gigante e tutto puoi strappare a Dio.

Confidiamo nella tua intercessione e ci promettiamo di guardare al tuo esempio per provare ad imitarlo, specialmente nell'amore all'Eucarestia, che spesso celebriamo con poco fervore.

Veniamo anche a trovarti in pellegrinaggio ad Assisi, davanti al tuo corpo santo, al Santuario della Spogliazione in Assisi, la città dove tu hai voluto essere sepolto.

Aspettiamo la data della canonizzazione a Roma

e ti saremo vicini come tu lo sei già fin da ora a noi.

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